Spesso intorno alla Scuderia e Concessionaria Milani KTM di Roma, gravitano personaggi più o meno famosi, ma oggi vogliamo parlarvi di un personaggio “normale” o quasi, che ha qualcosa di interessante da raccontarci.
Come sapete, alla scuderia Milani non si corre solamente durante il weekend di gare, ma anche durante tutta la settimana a causa dei molteplici impegni, per soddisfare le esigenze dei nostri clienti.
Uno dei tanti impegni che Mirko Milani ha assunto recentemente, è quello di telecronista del Mondiale di Motocross MXGP presso Rai Sport, insieme a Gianluca Gafforio.
Una nuova sfida che lo vede impegnato sui campi di gara internazionali di motocross, sotto una prospettiva totalmente diversa da quella “solita”, quando è lui a cavalcare una moto da cross sui circuiti.
Ecco allora alcune domande che abbiamo fatto a Mirko, per svelarci i retroscena di questa nuova “carriera” da telecronista televisivo del motomondiale di motocross.
Mirko, come è iniziata questa nuova avventura?
Nella maggior parte dei casi tutti inizia per gioco e come spesso accade non si ha molto tempo per prendere decisioni importanti. Poco più di un anno fa, era un sabato pomeriggio, e con mio fratello tornavamo a casa da una settimana di riprese intense sul set di “Summertime”.
Ricevetti una chiamata da un responsabile Rai, cercavano uno specialista da affiancare al commentatore che seguiva il mondiale di motocross su Raisport.
Sai quando dopo pochi secondi ti rendi conto di parlare con un appassionato tutto sembra più semplice. Sicuramente maturavo qualche perplessità, ma non avevo molto tempo a disposizione e non potevo pensarci a lungo. Era una bella occasione e accettai immediatamente.
Tu sei sempre stato abituato fin da piccolo ad indossare un casco da moto, immagino che tra nonno Italo e papà Paolo, facevano a gara a fartelo indossare, cosa si prova quindi adesso ad indossare una cuffia per la telecronaca e parlare in un microfono?
Sai una cosa è raccontare alla persona che hai davanti, hai un riscontro, ti risponde, lo sguardo aiuta molto e un’altra cosa è raccontare alle persone davanti alla TV.
In questo caso è tutto più complicato, non sai se loro stanno apprezzando veramente. Io non sono un telecronista, sto imparando ma ci vuole molto tempo. Cerco di raccontare le cose con semplicità per far apprezzare al pubblico quanto sia importante questo sport e soprattutto far appassionare anche gli spettatori meno tecnici.
Il fatto che io possa trasmettere la passione per le moto a chi segue le gare è il motivo per il quale ho accettato questa nuova avventura. D’altronde il motto dell’azienda di famiglia è proprio “passione e tradizione”.
Il motocross, nonostante abbia un italiano tra i maggiori campioni di sempre (Tony Cairoli) è uno sport poco diffuso, pensi che questa sia un occasione per ampliare il pubblico?
Finalmente dopo tanti anni abbiamo una possibilità in più. Al motocross non hanno mai dedicato grosse attenzioni in televisione. Ora tutti possono seguirlo gratuitamente e su nuove piattaforme (c’è anche la diretta web su Rai Sport), questo potrebbe fare da volano per il futuro. Antonio Cairoli rappresenta alla perfezione questa disciplina e il suo percorso potrebbe essere un esempio per tanti giovani. Bisogna sfruttare l’occasione per avvicinare nuove leve.
È difficile fare una telecronaca? Oggi vediamo molti ragazzi che fanno gli Youtuber, sembra molto facile parlare su un video, fare una telecronaca invece?
È tutto molto complicato, poi la diretta non aiuta di certo, non c’è la possibilità di tagliare e ricominciare, è tutto dal vivo, anche quando si vede una differita.
È un lavoro di squadra, tutto deve filare liscio e spesso si hanno appena pochi decimi di secondo per prendere decisioni. In questi casi l’esperienza del pilota aiuta a rimanere freddi e gestire ogni situazione.
Durante la telecronaca dalla regia ti parlano in cuffia, devi ascoltare senza interrompere il discorso, poi devi seguire le immagini e i monitor con la classifica aggiornata in tempo reale facendo sempre attenzione a quello che dice il collega e a non sovrapporsi.
Cosa ti piace di più di questa nuova attività?
Sicuramente la condivisione con gli altri. Soprattutto la vittoria di un pilota che va raccontata per far capire a chi non si rende conto quanti sacrifici ci sono dietro un risultato che spesso ripaga gli sforzi di una carriera. Sembra facile dare gas ad una moto e correre veloce, ma non è cosi semplice.
A distanza di un anno un primo bilancio?
Direi più che positivo. Ho studiato e sto studiando tanto. Bisogna sempre migliorare altrimenti non si trovano gli stimoli per andare avanti. È un grosso impegno bisogna recuperare informazioni utili durante tutta la settimana. La bravura sta nel prevedere cosa potrebbe succedere nel weekend, studiare in dettaglio i tracciati, lo stato di forma dei piloti, le statistiche e le scelte tecniche, solamente così potrai avere un quadro della situazione sempre aggiornato.
Grazie della bella chiacchierata, non vediamo l’ora di ascoltarti nella prossima telecronaca.